Quanto oro c’è nel mondo e perché è così prezioso

L’oro è il materiale prezioso per antonomasia. È noto e apprezzato dall’uomo fin dalla preistoria. E quasi tutte le culture lo hanno ritenuto e lo ritengono un bene prezioso, per la sua brillantezza, per la sua purezza e per la sua rarità. Molti studiosi pensano che sia stato il primo metallo mai usato dalla specie umana. Fu dunque sfruttato anche prima del rame per la manifattura di ornamenti, gioielli e oggetti rituali.

Una pepita d’oro (Pixabay) – curiosauro.it

Oro, il materiale prezioso che incanta l’uomo

L’oro è citato nei testi egizi a partire dal faraone Den, della prima dinastia egizia, intorno al 3000 a.C.: questa è la prima testimonianza storica che abbiamo sull’uso del materiale. Ma era conosciuto e apprezzato anche prima, come dimostrano numerosi reperti archeologici. E per tutta la storia dell’uomo questo materiale ha assunto una grande importanza pratica, estetica e simbolica.

Crediamo che l’oro sia arrivato sulla Terra dopo la collisione di due stelle di neutroni nello Spazio, più o meno quattro miliardi di anni fa. Allo stato grezzo, il materiale si presenta sotto forma di pepite, grani o pagliuzze inserite nelle rocce o sulle superfici che separano i cristalli di minerali in depositi alluvionali.

Il materiale delle stelle

Oro: il metallo più amato dagli uomini (Pixabay) – curiosauro.it

In passato eravamo convinti che gli elementi pesanti presenti nell’Universo, come appunto l’oro, si fossero formati solo grazie a processi attivi durante le esplosioni delle supernove. Oggi la scienza ha capito che questi metalli puri si formano anche durante le esplosioni delle kilonove che si originano dalla collisione o dalla fusione di oggetti compatti come le stelle di neutroni. In entrambi i casi, il processo con cui prendono forma gli elementi pesanti è conosciuto con il nome di processo r. In verità, ancora non sappiamo quale dei due tipi di esplosione abbia contribuito di più alla generazione di elementi pesanti. Tuttavia è quasi certo che i metalli aurei vengono dal cielo (e forse sono piovuti sulla Terra tramite meteoriti).

Inerzia chimica

Per via della sua elevata inerzia chimica, l’oro si trova principalmente allo stato nativo o legato ad altri metalli. Come anticipato, spesso si presenta in forma di granelli e pagliuzze. Ma è anche possibile recuperarlo in agglomerati più grossi: le famose pepite.

Sulla Terra l’oro si trova quasi sempre associato al quarzo, spesso in filoni, e ai solfuri minerali (pirite, calcopirite, galena…). Il materiale è distribuito in tutta la crosta terrestre e nel mantello, ma è di difficile estrazione. L’uomo riesce a recuperare solo l’oro che raggiunge grazie ai vulcani e ai filoni le zone più superficiali. La concentrazione media di questo materiale è di 0,03 ppm (0,03 grammi per tonnellata). Giacimenti di minerali aurei si trovano nelle rocce metamorfiche e nelle rocce ignee, da cui poi si formano per dilavamento i famosi giacimenti di oro alluvionale.

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Processi chimici

Le principali fonti dell’oro sono appunto le rocce ignee e i depositi alluvionali. Per poter estrarre il materiale dal giacimento l’uomo interviene con processi chimici o fisici (come l’erosione o lo scioglimento). Oppure entra in gioco il metamorfismo.

I giacimenti primari sono detti filoni o vene. Erosi e dilavati dalle intemperie, questi giacimenti portano il materiale prezioso a valle nei depositi alluvionali.

In acqua, l’oro è presente in concentrazione prossima a 1,3 mg per tonnellata. La quantità totale d’oro presente negli oceani è dunque di circa venti milioni di tonnellate, tuttavia la bassissima concentrazione ne rende al momento molto antieconomica l’estrazione.

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Si calcola che nel 2001 ci fosse in circolazione una quantità totale di oro pari a 140000 tonnellate. Tutto quest’oro è rappresentabile come un cubo di circa venti metri di lato. In pratica una villa piena d’oro.

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