Bruno Pincherle, il pediatra eroe di Trieste

Gli eroi non sono per forza soldati che combattono in prima linea con armi e armature. Bruno Pincherle, per esempio, salvò la vita a moltissimi bambini e si dimostrò un eroe facendo il proprio mestiere: quello del pediatra. Oggi viene ricordato come il medico che regalava la penicillina.

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La storia di Bruno Pincherle, il pediatra di Trieste che donava la penicillina

Il buon Bruno Pincherle è stato un pediatra, un letterato (era anche amico di Umberto Saba) e un eroe della Resistenza italiana. A Trieste, la sua città di origine, è ricordato come l’uomo che salvò la vita a tanti bambini, curandoli e nutrendoli in un periodo di crisi. Forniva loro la penicillina gratis.

Di origine ebraica, nel 1938, per effetto delle leggi razziali fasciste, Bruno fu costretto ad abbandonare il suo lavoro presso la Clinica Lattanti, e poi a lasciare Trieste. Con suo grande dispiacere, si vide cancellare dall’albo dei medici.  Arrestato insieme con il fratello Bruno, il dottor Pincherle venne internato in un campo di lavoro in provincia di Salerno e, successivamente, trasferito in un campo di prigionia nei pressi di Macerata. Quando fu liberato, nel 1941, partecipò alla Resistenza, e fu membro della redazione del foglio antifascista romano Italia libera.

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Prima di perdere il suo lavoro, il dottore cercò di aiutare centinaia di bambini, in una città povera e sfinita dalla guerra. Dapprima combatté contro la malnutrizione, dovuta alla fame. Poi, dopo la guerra, quando tornò al suo lavoro di pediatra, combatté il problema opposto: quello dell’alimentazione eccessiva e della sedentarietà.

Un medico speciale

Un autoritratto del pediatra – curiosauro.it

Bruno fu un ottimo medico, ma anche un politico, un amante della letteratura e un vignettista. Già dal 1929, fresco di laurea, si dedicò corpo e anima alla missione di prevenire le malattie. Era un medico convinto che la cura fosse sempre un fallimento: le malattie, bisognava evitarle, non risolverle. All’epoca la mortalità infantile era alle stelle. E quasi tutti i bambini soffrivano di terribili diarree, poiché erano nutriti con latte mal conservato. Pincherle capì che doveva impegnarsi per migliorare il servizio di distribuzione del latte. Stinse personalmente accordi con le case produttrici e con il comune, per dare maggiore slancio al commercio di latte fresco.

Poco dopo si impegnò nella somministrazione della penicillina a tutti i bambini colpiti da infezioni batteriche. Visto che la popolazione era povera, distribuiva gratis il medicinale, pagandolo di tasca sua.

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Nel 1948, finita la guerra, conseguì la libera docenza in medicina. Continuò comunque a fare il pediatra competente. Continuava anche a essere generoso, per assicurarsi che tutti, anche i più fragili e poveri, ricevessero le medicine necessarie. Si impegnò anche per promuovere tra gli insegnanti l’educazione fisica nelle scuole. Scrisse alcuni saggi di medicina, ma approfondì anche questioni letterarie: dedicò dei volumi a Stendhal, il suo scrittore preferito.

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