Il portale di Satana: la lotta fra bene e male sul portale messinese

Uno strano portale, in provincia di Messina, rivela da secoli il suo ambiguo ed esoterico fascino. Secondo alcuni interpreti si tratterebbe di un’opera demoniaca. Secondo altri, abbiamo a che fare con una profonda rappresentazione architettonica dal misteriosofico valore teologico. Dinanzi alla chiesa di San Gaetano, a Santo Stefano di Briga, si trova un portale scolpito risalente al Cinquecento. E su quel portale compare Satana in persona!

Il portale di San Gaetano – curiosauro.it

Il portale di Satana, a Santo Stefano di Briga, in provincia di Messina

Sappiamo che questa porta in legno fu eseguita da un artista messinese nel 1524. L’artigiano si chiamava Antonio De Freri o Antonello Freri. Ci troviamo a Santo Stefano di Briga, un vecchissimo borgo. Secondo la storiografia è uno dei casali messinesi più antichi: esisteva prima della conquista della Sicilia da parte dei Normanni, quindi prima dell’anno Mille. La chiesa di San Gaetano, che non è la più importante del paese, rivela qualcosa di eccezionale. Un portale, metà demoniaco e metà cristiano.

Ricco di simboli esoterici e di sfumature grottesche, questo luogo ci appare oggi indecifrabile. Ma non doveva essere così nel Cinquecento, quando il portale fu realizzato. Al tempo, sia i chierici che il popolo dovevano ben intendere il significato di quei simboli… La storia non sa spiegarci cosa i committenti avessero voluto esprimere con questo portale. Eppure è chiara la presenza di alcune figure incompatibili con una chiesa. Sul portale è scolpito il volto di Satana

Evangelisti e altri simboli

Il volto di Satana sul portale della chiesa messinese – curiosauro.it

Il portale rivela in alto, nella cosiddetta cornice di coronamento, la rappresentazione simbolica dei quattro Evangelisti. In architettura e in teologia parliamo di tetramorfo, ossia di un simbolo ricavato da una famosa visione narrata dal profeta Ezechiele. Possiamo riconoscere san Matteo nell’essere vivente con il volto umano, perché il suo Vangelo inizia con la genealogia di Cristo, ossia il Dio incarnato, ma anche perché, secondo la tradizione agiografica, questo evangelista venne guidato nella sua stesura dalla mano di un angelo mandato da Dio.

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San Marco si può individuare grazie alla figura emblematica del leone, perché il suo Vangelo comincia dalla predicazione di Giovanni Battista, descritto come “uno che grida nel deserto”. Poi, San Luca è simboleggiato dal toro, animale sacrificale, perché inizia il suo Vangelo con la narrazione del sacrificio di Zaccaria. San Giovanni ha come segno distintivo quello dell’aquila, e questo perché il suo Vangelo ha inizio con la menzione alla “luce vera”, e l’aquila che vola più in alto fra tutti gli uccelli è l’unico essere che può guardare direttamente la luce del sole.

Al centro del portale scorgiamo l’Agnus Dei, l’agnello di dio. Con quest’espressione s’intende Cristo, la vittima sacrificale attraverso cui siamo redenti dai nostri peccati. Accanto all’agnello ci sono l’arcangelo Gabriele annunziante e la vergine Annunziata. Nell’arco della lunetta sottostante ci sono sei piccole teste di angeli, che rappresentano la mediazione tra umano e divino. Poi ci sono le sette virtù: fede, speranza, carità, giustizia, temperanza, prudenza, fortezza.

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Sui lati del portale, a destra, troviamo tre figure davvero inquietanti: Cerbero, ossia il cane a tre teste guardiano dell’Inferno, un demone alato e il volto di Satana. Sulle colonne ci sono le Erinni, figure mitologiche greche. Come mai una Chiesa rappresenta in modo così esplicito il demonio? Fra l’altro, Satana non è rappresentato come un mostro. Il suo aspetto è fiero, quasi gradevole. Porta baffi lungo e pizzetto. I suoi occhi sono intenti, penetranti. Il mistero è ancora irrisolto.

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