Un robot senza parti elettroniche: nasce il robot alga

È possibile creare un robot senza parti elettroniche? Pare di sì. Bisogna utilizzare un’alga particolare e un involucro di plastica… Ci sono riusciti dei ricercatori inglesi.
Un robot fatto con un alga – curiosauro.it

Il robot fatto di alghe che potrebbe tornare utile su pianeti lontani

Lo speciale robot senza parti elettroniche si fonda su un marimo, ovvero su una palla di alghe trattenute da un involucro di plastica atta a frenare possibili interferenze elettromagnetiche. Il progetto è strambo solo all’apparenza. Tutto parte da un’intuizione geniale di Neil Philips, ricercatore all’Università del West England nel Regno Unito. Insieme ai suoi colleghi, Philips ha sperimentato un nuovo metodo per produrre un robot senza parti elettroniche e senza alimentazione elettrica, in modo da risolvere i problemi di gestione connessi ai robot e ai rover che mandiamo sulla Luna o su Marte (che si scaricano, subiscono interferenze, perdono contatto con la Terra…).

Per riuscire nel progetto, il team ha rinchiuso un marimo in un involucro di plastica con delle prese d’aria. Tutto qua. Così è venuto fuori un apparecchio automatico alimentato dalla fotosintesi clorofiliana. Un processo fondamentale della natura e molto potente.

Fotosintesi e il robot alga MARS

Robot Alga (Phillips, N., Draper, T.C., Mayne, R.) – curiosauro.it

Sembra incredibile, ma il robot alga trae la sua alimentazione proprio da questo processo naturale. Tutti sappiamo che la fotosintesi consiste nella trasformazione di acqua, anidride carbonica e raggi solari in glucosio, fonte di sostentamento ed energia vitale, e ossigeno. Dunque i ricercatori hanno pensato di sfruttare quest’energia per far muovere un robot.

Anni fa qualche altro scienziato sperimentò un processo simile con attuatori, biosensori e bioprocessori (per creare piccoli robot da inserire nel corpo umano). Philips, invece, ha dato vita a MARS, ovvero al Marimo Actuated Rover System, un sistema per gestire componenti avanzate capaci di muoversi sfruttando l’energia solare.

Il prototipo creato dal team sa muoversi con agilità, mantenendo una velocità sostenuta, sa evitare gli ostacoli e gestire la propria energia. Non avendo componenti elettroniche, è completamente sostenibile dal punto di vista ecologico e non subisce interferenze elettromagnetiche.

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Un altro fatto importante: il costo di questa tecnologia sarebbe inferiore a quello di tanti altri prodotti robotici strutturati su chip, sensori elettronici e altre componenti fragili e care. In definitiva, potremmo essere al cospetto di un’apparecchiatura rivoluzionaria.

L’utilizzo del sistema

La sperimentazione rivela molti aspetti interessanti, anche pratici. Se Neil Philips e colleghi sapranno apportare tutti i miglioramenti del caso, potrebbero dar vita a dispositivi non invasivi in grado di raccogliere informazioni in ambienti delicati. Come fiumi, laghi, stagni… Oppure, il sistema potrebbe anche trasformarsi in un rover da spedire su Marte. O meglio: un rover da assemblare o produrre direttamente su un pianeta lontano. Come?

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Magari, grazie a delle stampanti 3D, il robot alga potrebbe essere assemblato e messo in moto sulla Luna, su Marte o su qualche asteroide. E in questo modo si eviterebbe anche di spedire ogni volta i materiali dalla Terra. Troppo bello per essere vero? Forse… L’idea di partenza, tuttavia, c’è, e sembra anche vincente.

La capacità del robot va considerata come un’alternativa pratica e conveniente alle piattaforme mobili convenzionali usate per l’esplorazione e il monitoraggio ambientale dinamico. Il prototipo è elettromagneticamente silenzioso. Non genera alcun rumore di fondo che potrebbe ridurre la sensibilità dello strumento.

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