La terapia che funziona per i tumori alla prostata in stadio avanzato

L’inizio di questo nuovo anno porta l’avvio di un’ importante studio clinico sui tumori. Reclutati i pazienti candidati disposti a sottoporsi a questi trattamenti innovativi. 

Nuova terapia per i tumori alla prostata – curiosauro.it

Sconfiggeremo i tumori?

Lo studio in questione riguarda il tumore alla prostata che, attraverso questa terapia radiorecettoriale, verrà curato anche in uno stadio avanzato. Dai primi dati emerge che la sopravvivenza e la qualità della vita nei pazienti ha già avuto notevoli miglioramenti! Queste nuove ricerche sono condotte dalla Medicina Nucleare dell’Istituto Europeo di Oncologia. Francesco Ceci, massimo esperto internazionale nel settore, spiega che:

La terapia radiorecettoriale rappresenta la più promettente innovazione degli ultimi 10 anni per la cura dei carcinomi prostatici avanzati. Questo metodo era stato utilizzato solo nel caso di tumori neuroendocrini, con buoni risultati. Ora tenteremo di usare la terapia anche per il tumore alla prostata”.

I tumori neuroendocrini sono tumori a lenta crescita e solitamente poco aggressivi, anche se in alcuni casi possono invece crescere rapidamente e comportarsi in modo più maligno. Si tratta di patologie che originano dagli aggregati di cellule endocrine presenti nel pancreas.

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Come funziona questa terapia anti-tumori?

La terapia radiorecettoriale si base sulle proprietà dell’antigene prostatico specifico di membrana (PSMA), che è una proteina che si manifesta con un alto livello di presenza, oltre il 95%, nel caso in cui sia in atto un tumore alla prostata. Viene individuata grazie a radiofarmaci legati al metallo del Gallio. A questo elemento viene attaccata una lieve carica radioattiva, rilevabile solo dall’esame PET, che è in grado di individuare le cellule con il PSMA in tutte le loro sedi. Se sono presenti queste cellule significa che il paziente è affetto dalla malattia tumorale alla prostata.

La tecnica della PET con PSMA è quella che funziona di più, perché è in grado di valutare perfettamente lo stato di avanzamento del tumore. La scintigrafia ossea, usata soprattutto in precedenza, non ha mai dato i risultati ottenuti dalle tecniche di ultima generazione.

Un altro isotopo radioattivo utilizzato è il cosiddetto Lutezio-177, che si ottiene da un radiofarmaco con funzione terapeutica. Questo viene posizionato direttamente sulla cellula tumorale, rilasciando una carica radioattiva nei tessuti circostanti e distruggendo immediatamente le cellule tumorali. Ha effetti collaterali più lievi sull’organismo perché è una terapia recettoriale, mirata cioè a colpire solo il bersaglio tumorale e non le restanti parti sane del tessuto.

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La ricerca fornisce dati confortanti

La terapia recettoriale è sicuramente una valida alternativa alle terapie del passato, come la ormonoterapia e la più conosciuta chemioterapia. I pazienti che verranno reclutati per questo nuovo studio non sono ancora stati sottoposti a nessun tipo di cura, questo perché si vuole dimostrare la validità ufficiale della terapia recettoriale. Roberto Orecchia, direttore Scientifico dello IEO (Istituto europeo di oncologia) fa delle considerazione a proposito, affermando che:

Lo IEO si posiziona tra i primi centri in Italia nella teranostica, vale a dire l’uso degli isotopi radioattivi sia per la diagnosi che per la cura dei tumori, nonostante questa affascinante disciplina abbia ancora potenzialità enormi da sviluppare. L’applicazione al tumore della prostata rappresenta un importante passo avanti in questa direzione e IEO è pronto a dare un contributo fondamentale ”. 

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L’obiettivo principale 

L’obiettivo principale dell’ IEO è quello di integrare tutte le discipline necessarie per diventare un punto di riferimento della cura al tumore alla prostata. Sta lavorando per creare un denominatore comune fra l’utilizzo di:

    1. Risonanza magnetica.
    2. Radioterapia.
    3. Chirurgia robotica.
    4. Medicina nucleare.

Ricercatori e medici esperti si sono uniti in un team multidisciplinare facendosi carico del paziente a 360 gradi. Ad ogni persona verrà garantito il miglior trattamento possibile, utilizzando gli strumenti più avanzati, come:

  1. Tecniche dry lab (con le immagini).
  2. Tecniche wet lab (con le provette)
  3. Utilizzo dell’intelligenza artificiale.
  4. Uso della realtà aumentata.

 

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