Come mai, in certi casi, la Luna assume una colorazione ramata? Il fenomeno, da sempre conosciuto come Luna rossa, si verifica allorquando il satellite naturale è basso all’orizzonte. La luce solare che illumina la Luna viene infatti filtrata mentre attraversa l’atmosfera terrestre… e così vediamo il satellite tingersi di un colore per noi suggestivo o innaturale.
In Antichità, la Luna rossa era segno di sventura. Gli Assiri, quando la Luna appariva così colorata e poi durante le eclissi, erano soliti far risuonare il timpano sacro: tutto il popolo si fermava a cantare, e non smetteva finché il satellite non tornava “chiaro”.
Nella Bibbia, una citazione del profeta Gioele ha fatto per secoli collegare questo fenomeno a eventi inquietanti. “Il Sole sarà mutato in tenebre e la luna in sangue, prima che venga il grande e terribile giorno del Signore”, ecco il passo incriminato.
Parlavamo di Luna bassa all’orizzonte. Quindi la Luna diventa colorata al sorgere o al tramontare. In poche parole, il caratteristico colore rosso si rivela quando il satellite è basso e grazie alla rifrazione della luce da parte dell’atmosfera terrestre. Le minuscole goccioline di vapore acqueo presenti nell’atmosfera producono infatti una deviazione della luce, tanto maggiore quanto minore è la sua lunghezza d’onda. Per lo stesso motivo, il satellite assume anche un colore rossastro (ma sarebbe meglio dire ramato) anche durante le eclissi lunari, visto che la luce solare è bloccata o filtrata dall’ombra terrestre. Attenzione: la Luna riceve comunque luce diffusa, ma in forma dispersa e minore, ed ecco perché si colora (sembra colorarsi, in realtà) con un tono più scuro.
Dal punto di vista astronomico, la cosiddetta Luna rossa è un fenomeno ottico. Il nostro satellite, invece di apparire nel suo colore naturale, ovvero pallido o grigio-chiaro, diventa ramato. Il colore può variare dal giallo-bruno al rosso mattone. Tale fenomeno dipende dalla diffusione di Rayleigh della luce solare da parte dell’atmosfera terrestre. La percezione di questo mutamento cromatico è però amplificata dalla rifrazione atmosferica.
Quando la luce solare attraversa l’atmosfera, i fotoni interagiscono con le molecole dei gas che compongono questo strato e con altre sostanze in sospensione. L’umidità, per esempio, o l’inquinamento. Di solito, però, il fenomeno dominante è la già citata diffusione di Rayleigh, che determina la dispersione del fotone in varie direzioni.
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Secondo questa teoria la probabilità di un’interazione fra fotoni e Luna aumenta con la lunghezza dell’atmosfera attraversata, con la densità del fluido e con la minore lunghezza d’onda della luce. Contano allora sia con la minor quota che la maggiore presenza di umidità o di inquinanti. E poi è importante l’intensità della luce diffusa, che è inversamente proporzionale alla quarta potenza della sua lunghezza d’onda.
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In questo ragionamento dobbiamo poi calcolare anche la sensibilità dell’occhio umano. La nostra percezione è più sensibile alla frequenza del colore blu e ha minore abilità nel cogliere il violetto (siamo invece del tutto incapaci di vedere lo spettro ultravioletto). Quando però una sorgente luminosa è bassa all’orizzonte, la porzione di atmosfera attraversata prima di giungere al nostro occhio è più lunga e più densa, e le frequenze più elevate vengono diffuse in un colore prossimo al rosso.
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