Si temeva che la guerra in Ucraina potesse compromettere i rapporti di collaborazione fra russi e americani a bordo dell’ISS. Ma ciò non è avvenuto. Nei giorni scorsi, dopo essersi staccata dalla stazione spaziale internazionale, è tornata a terra la navicella Soyuz, con a bordo un astronauta americano e due cosmonauti russi. Tutti insieme appassionatamente!
Non sembra esserci discordia fra cosmonauti russi e astronauti americani. Anche l’account Twitter della stazione spaziale internazionale, presentando il rientro della capsula Soyuz, ha messo in evidenza il logo della NASA accanto a quello della Roscosmos.
Come vi spiegavamo tempo fa, era difficile pensare che scienziati e astronauti si lasciassero coinvolgere dai problemi politici dei loro rispettivi Paesi. Eppure fa un certo effetto riguardare le immagini della navicella Soyuz che torna sulla Terra con a bordo due cosmonauti russi (Anton Shkaplerov e Pyotr Dubrov) e un astronauta americano (Mark Vande Hei). La capsula è arrivata in Kazakistan, come previsto, dopo un viaggio di circa quattro ore. E si tratta del primo rientro con un equipaggio misto dall’inizio della guerra in Ucraina.
Vande Hei si è portato a casa anche un record. La sua missione sulla ISS è durata trecentocinquantacinque giorni consecutivi. Mark è quindi l’astronauta della NASA che ha passato più tempo in assoluto nello spazio. Ora tornerà a Huston, in Texas, per rimettersi al lavoro. Shkaplerov e Dubrov, invece, andranno a Star City, la grande base russa dedicata alle attività spaziali, che si trova vicino a Mosca.
C’era un po’ di preoccupazione a proposito della collaborazione internazionale a bordo dell’ISS. Dopo che, il 12 marzo scorso, il direttore di Roscosmos Dmitry Rogozin aveva minacciato di togliere il supporto della Russia alla stazione spaziale internazionale, in molti pensavano che si sarebbe scatenata una guerra fredda spaziale. E non solo. Già il 19 marzo, però, un equipaggio di cosmonauti russi, appena arrivato nella stazione spaziale, si era dimostrato pronto alla collaborazione. Qualcuno ha notato che i cosmonauti indossavano una tuta particolare: gialla con inserti blu. Un omaggio all’Ucraina? No, non esageriamo… Quei colori sono quelli di un’università, la Bauman di Mosca. La stessa che ha formato i cosmonauti.
Il segnale più chiaro di distensione, anche da parte della Roscosmos, è giunto quando sullo schermo di controllo kazako è apparsa la scritta “Bentornato Mark“. Cosa vuol dire? Che le agenzie spaziali continueranno a collaborare senza problemi, nonostante le tensioni fra i Paesi di appartenenza. Ed è giusto che sia così.
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