Il nostro Sistema Solare, come tutti sanno, è caratterizzato dalla presenza di otto pianeti che orbitano intorno al Sole e girano su se stessi. Con una precisione geometrica affascinante e un’armonia quasi poetica, questi giganteschi corpi celesti continuano a muoversi da miliardi di anni, secondo il proprio ritmo. Ma a quale precisa velocità si muovono i pianeti del nostro Sistema?
Nettuno gira a 19.548 chilometri orari intorno al Sole, e questa media lo rende il pianeta con l’orbita di rivoluzione più lenta del Sistema. La sua velocità di rotazione nell’equatore è di 9.719 chilometri all’ora. Nettuno è l’ottavo e più lontano pianeta del Sistema solare partendo dal Sole. Considerando il suo diametro, è il quarto pianeta più grande. Urano compie la rivoluzione a 24.516 chilometri orari; la sua velocità di rotazione all’equatore è di 14.794 chilometri all’ora.
Saturno, il gigante gassoso, è il sesto pianeta in ordine di distanza dal Sole e il secondo pianeta più massiccio dopo Giove. Gira intorno al Sole a 34.705 chilometri all’ora e su se stesso a 36.840 chilometri. Giove gira a 47.016 km/h intorno alla nostra stella e la sua velocità di rotazione è di 45.583 km/h.
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Marte orbita intorno alla nostra stella a una velocità di 86.868 chilometri orari. La sua rotazione ha una velocità di 866 chilometri orari. Riguardo alla Terra, invece, sappiamo che va a 107.244 chilometri orari intorno al Sole e che la sua velocità di rotazione all’equatore è di 1.674 chilometri all’ora. Venere, invece, compie la rivoluzione a 126.108 km/h e la sua velocità di rotazione è di 6.52 km/h. Mercurio ha questi dati: 172.404 km/h intorno al Sole e la sua velocità di rotazione è di 10.83 km/h.
Fu Copernico a scoprire, o quantomeno a ipotizzare, che i pianeti girassero intorno al Sole. Poi arrivò Giovanni Keplero, che capì in che modo ogni pianeta seguisse la propria orbita intorno al Sole. Il concetto di “orbita planetaria” è kepleriano, in tutto e per tutto.
Tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo, Keplero lavorò a tre leggi che rivoluzionarono l’astronomia. All’inizio, come altri studiosi, anche l’astronomo e fisico tedesco era persuaso che i moti planetari dovessero essere circolari, ma poi notò che qualcosa non tornava, e allora formulò la sua prima legge: le orbite dei pianeti sono ellittiche, non circolari, con il Sole come punto fisso di messa a fuoco.
La seconda legge chiarisce in che modo la linea (il raggio vettore) che unisce un pianeta al Sole debba percorrere aree identiche in tempi uguali. E che cosa significa? In pratica che un pianeta si muove più velocemente quando la sua orbita lo porta più vicino al Sole e più lentamente quando se ne allontana, ovvero nel momento in cui l’orbita insiste su una distanza maggiore.
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Infine, la terza legge di Keplero è ciò che ci permette di calcolare le velocità dei pianeti fisicamente e matematicamente. La legge ci fornisce un’equazione in grado di spiegare il rapporto tra la distanza di un pianeta dal Sole e la lunghezza del suo periodo orbitale. In due parole? Il tempo impiegato da un pianeta a orbitare intorno al Sole è proporzionale alla sua sua distanza dalla stella.
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