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L’intelligenza artificiale che giudica i criminali: saprà essere veramente imparziale?

Il futuro giudiziario cinese potrebbe assomigliare a una distopia a metà strada fra Robocop e Minority Report. Dei ricercatori cinesi hanno infatti creato un’intelligenza artificiale che, secondo quanto riferito, sarebbe in grado di riconoscere i crimini, identificare a colpo sicuro il dolo nei denunciati e applicare richieste di procedimenti penali e arresti. Ma un’AI può davvero giudicare i criminali? 

Un’AI pubblico ministero? Esiste… ed è già attiva a Shangai, dove giudica i criminali (Pixabay) – curiosauro.it

L’AI che giudica i criminali

L’interfaccia AI è stata sviluppata e già testata dal Procratorate Shanghai Pudong, un grande ufficio distrettuale di pubblica accusa cinese. A detta degli sviluppatori, l’intelligenza artificiale del sistema è stata programmata per muovere accuse contro ogni tipo di criminale, e con grande professionalità e acume “legale”. La precisione del suo giudizio sarebbe superiore almeno del 97 per cento rispetto a quella dei pubblici ministeri umani. L’AI sarebbe in grado di sostituirsi a un giudice umano basandosi sui propri sospetti, ovvero su una memoria infallibile in cui sono registrati tutte le leggi distrettuali e tutti i procedimenti penali pregressi.

Il sistema, nei piani cinesi, potrebbe quindi sostituire in una certa misura i pubblici ministeri nel processo decisionale. Ma che cosa dobbiamo aspettarci nel concreto da questo giudicante? Per ora, conosciamo poco del sistema. Dalla Cina arrivano scarse informazioni. L’unica sicura è che la macchina è basata su uno strumento di intelligenza artificiale esistente che si chiama System 206.

Quindi, i pubblici ministeri in Cina stavano già utilizzando il sistema come strumento sussidiario. Lo sfruttavano insomma come applicazione con cui valutare le prove e determinare se un sospetto criminale fosse pericoloso per il popolo cinese. Da domani però, l’AI potrebbe fare tutto da sé.

Giustizia e intelligenza artificiale: l’inflessibile guardiano che giudica ogni crimine

La giustizia cinese si affida un’AI che giudica otto tipi di crimine (Pixabay) – curiosauro.it

La novità sta nel fatto che ora, con l’aggiornamento informatico, l’AI può partecipare attivamente al processo decisionale, può presentare delle accuse, suggerire sentenze, dibattere. In più, il sistema è in grado di identificare e rimuovere informazioni irrilevanti in ogni caso ed elaborare accuse in linguaggio umano. La sua rete neurale sa interpretare la lingua orale, quella scritta e il linguaggio dei segni. Quindi è aggiornata in senso NLP. A detta degli sviluppatori, è anche programmata per riconoscere le bugie.

La nuova AI utilizzata dalla pubblica accusa nel quartiere Pudong di Shanghai giudica e muove proposte penali. Ma sarà utile soprattutto in termini burocratici: saprà valutare i fascicoli, rintracciare vizi di forma, difetti e possibilità legali. Per ora, il guardiano informatico si è specializzato nella repressione di otto crimini: furto, frode con carta di credito, gioco d’azzardo, guida spericolata, aggressione intenzionale, intralcio a pubblico ufficiale, frode generica e dissenso politico. Insomma, le otto azioni criminali più frequenti in Cina.

Chi controlla i controllori?

Il distretto di Pudong a Shanghai, uno dei quartieri più popolosi e ricchi della megalopoli cinese (wikipedia) – curiosauro.it

Chiudiamo quest’articolo con una domanda antica. La stessa che veniva rivolta a Platone, quando immaginava una società retta da saggi legislatori in grado di controllare ogni aspetto della vita pubblica. Chi controlla i controllori?

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Le macchine possono essere programmate, riformattate e addirittura spente. Ma l’AI, basata sull’autoapprendimento e sull’autonomia decisionale, potrebbe svincolarsi facilmente dal controllo umano, soprattutto se ci si illude o convince che il suo operato sia per forza preferibile a quello dell’uomo.

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La giustizia ha bisogno di essere snellita e informatizzata, è vero. Ma un p.m. robot ci pare, per adesso, un po’ troppo! Un’AI è per definizione un’intelligenza che cerca di imitare quella umana, uno strumento accessorio, per il giudizio: fa quindi davvero strano pensare a un’AI che giudica, senza filtri, l’agire umano. Soprattutto perché il giudicare non si risolve nella mera applicazione di un codice. Si tratta di qualcosa di molto più complesso e delicato.

Giuseppe F

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