Google è stato a lungo il sito più visitato al mondo (quest’anno è stato sorpassato da TikTok), ed è di sicuro il motore di ricerca più sfruttato su internet, almeno dal 1999. Oggi il verbo “googlare” è diventato quasi un sinonimo universale di “ricercare”. Google è insomma l’oceano di informazioni e di risposte in cui ci tuffiamo a ogni dubbio. Eppure ci sono ricerche che è meglio non fare… Quali? Ve le sveliamo subito.
Su Google si trova tutto. Si digita una parola e vengono fuori tanti riferimenti utili. Eppure, accanto ai molteplici contenuti costruttivi e ai siti divertenti, con ogni ricerca dobbiamo mettere in conto delle risposte poco opportune. Vale a dire, risultati disgustosi od offensivi, per l’intelligenza e la decenza. Ve ne nominiamo qualcuno, giusto per avvisarvi.
Avete mai sentito parlare di wet koala? L’immagine di un koala bagnato è diventata qualche anno fa virale sul web. E il motore di ricerca, quando cercate queste due parole congiunte, vi rimanderà a una foto davvero sgradevole. In realtà si tratta di un fake. Ma è preferibile non lasciarsi vincere dalla curiosità e lasciare il marsupiale bagnato lì dov’è…
Un’altra ricerca da evitare è legata alle bombe. Non ricercate mai le istruzioni per realizzare un ordigno. Il search engine risponderà alla vostra domanda, ma registrerà anche la vostra ricerca. E questa vostra curiosità potrebbe costarvi cara…
Lo fanno tutti: cercare sintomi o malattie su Google. Ed è una cosa abbastanza stupida. Innanzitutto perché le ricerche rimandano sempre ai casi più cliccati, quindi a quelli più eclatanti e tragici. E in questo modo ci si spaventa. E poi l’autodiagnosi è una pratica dannosa in sé, sia quando applicata a un semplice raffreddore sia per questioni più serie, cioè fino ad arrivare alle patologie più gravi. Google non è un dottore, non sa valutare i sintomi: non può farlo!
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Anche riguardo alle diete, è meglio lasciar perdere il motore di ricerca. I siti internet che sfruttano queste ricerche rimandano spesso a informazioni pseudoscientifiche, a rimedi strampalati (e costosi) o a esperienze inventate. Per le diete ci sono i dietologi, che non possono praticare online.
Il sito The death clock offre una simpatica prestazione: ipotizza la data della morte dell’utente indicando un giorno a caso nel calendario. Per le persone superstizione o facilmente influenzabili potrebbe essere più dannoso del previsto… Ecco quindi una delle ricerche da non fare mai su Google. Neanche per gioco.
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Sempre in tema macabro, non cercate mai il nome Fournier. Magari a voi interessa Evan Fournier, il cestista francese che gioca nella NBA, ma Google potrebbe rimandarvi a un dermatologo che, nell’Ottocento, scoprì la fascite necrotizzante, anche nota come gangrena di Fournier. Le foto che potreste incontrare sono molto, molto rivoltanti.
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