Purtroppo è proprio così e lo conferma anche l’ultimo report di Greenpeace: non riusciremo mai a recuperare tutta la plastica che abbiamo utilizzato!
Questo fatto è drammatico e l’onlus lancia un allarme che non può più lasciare indifferente nessuno.
Pensare di poter riciclare la mole impressionante di plastica che produciamo è un’utopia. Lo scorso anno gli Usa, per esempio, hanno avviato il riciclo soltanto del 5% dei rifiuti plastici. Una percentuale irrisoria se si pensa alla quantità mondiale che se ne utilizza ogni giorno.
La produzione di plastica sta impattando pesantemente sul nostro pianeta e il suo riciclaggio, in moltissimi casi, si rivela fallimentare.
A mettere nero su bianco questi risultati è il nuovo report di Greenpeace dal titolo Claims Fall Flat Again. Il rapporto parla chiaro, senza mezzi termini, dicendo che la maggior parte della plastica che viene prodotta non potrà essere riciclata.
Il report si riferisce alla situazione degli Usa, una situazione che secondo Greenpeace sta andando a peggiorare. Il riciclaggio dei rifiuti plastici è sceso, infatti, a circa il 5-6% nel 2021, dopo aver toccato quota 9,5% nel 2014 e 8,7% nel 2018. C’è da dire, però, che in quel periodo la nazione esportava milioni di tonnellate di rifiuti di plastica in Cina, che venivano poi considerati come riciclati, nonostante gran parte di essi finissero per essere bruciati o abbandonati nelle discariche.
Greenpeace sottolinea, inoltre, che più del 99% della plastica è prodotta da combustibili fossili e questa situazione sta portando all’arricchimento di grandi multinazionali a discapito dell’ambiente, che deve fare i conti con gli effetti nefasti anche della crisi climatica.
La vera soluzione sarebbe quella di passare a sistemi di riutilizzo e ricarica. Alla fine, infatti, viene prodotta più plastica e una percentuale ancora più piccola viene riciclata, anche quando si parla di quella monouso.
Esiste quindi una via d’uscita da questo tunnel? Greenpeace risponde di sì, affermando che è tempo che le aziende smettano di portare avanti operazioni fasulle di greenwashing. Questo è un termine ormai molto diffuso con il quale si intende una tecnica di comunicazione o di marketing perseguita da aziende, istituzioni ed enti che propongono come ecosostenibili le proprie attività, esaltando gli effetti positivi di alcune iniziative e al contempo cercando di occultare l’impatto ambientale negativo di altre o dell’impresa nel suo complesso.
Greenpeace grida a gran voce che è proprio l’ora di smettere con queste bugie e di iniziare a promuovere sistemi come quello del vuoto a rendere. Continuare a produrre fiumi infiniti di rifiuti di plastica, illudendosi che possano essere tutti riciclati, è un processo folle e pericoloso.
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