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Albert Einstein aveva ragione: la prova definitiva dagli scienziati moderni

Dunque, Albert Einstein aveva ragione. I buchi neri sono proprio compatibili con le forme stabilite dalle previsioni implicate dal fisico tedesco nella sua relatività generale. La prova arriva da una foto di un buco nero nella via Lattea. Nel team che ha lavorato a questa epocale ricerca ci sono anche degli scienziati italiani.

Gli scienziati che lavorano con l’Event Horizon Telescope sono riusciti a scattare la prima foto del buco nero Sagittario A* che sta al centro della nostra galassia, la Via Lattea. Per l’astronomia è un momento importantissimo.

Albert Einstein (web source)

Einstein aveva ragione: il buco nero della Via Lattea è compatibile con la descrizione offerta nella relatività generale

L’Event Horizon Telescope (EHT) ha individuato qualcosa di incredibile nella nostra galassia. Parliamo ovviamente della Via Lattea, e di un ammasso che gravita al suo centro. L’EHT è una rete di radiotelescopi in tutto il mondo che studia, principalmente, i buchi neri. Dopo vent’anni di studi, i ricercatori hanno reso disponibile l’immagine di ciò che si trova nel cuore della Via Lattea. Si tratta di un mostro dalla massa abnorme e dalle dimensioni spaventose… Ma cosa c’entra la relatività generale? E perché abbiamo affermato che Einstein aveva ragione?

Einstein ragione-La foto del Buco nero nella via Lattea, ecco la prima foto. I ricercatori affermano: “Einsten aveva ragione” (EHT) – www.curiosauro.it

L’immagine del telescopio Event Horizon ci mostra un esempio estremo di luce piegata dalla massa di un buco nero. La relatività generale, in estrema sintesi, prevede che gli oggetti di massa simile a quella del sole possono piegare la luce fino a un certo punto, in un range che è molto difficile ma non impossibile misurare. Nel caso di un buco nero, invece, la curvatura è così stringente da creare una spirale. In pratica, la luce viene assorbita dal buco nero. Abbiamo ora a disposizione l’immagine nitida di un campo di luce vicino al buco nero supermassiccio Sagittario A*.

E ciò che vediamo sembra coerente sia con la teoria di Einstein sia con i risultati dell’Osservatorio gravitazionale dell’interferometro laser e di altri osservatori di onde gravitazionali. Da un punto di vista sperimentale, infatti, sappiamo come si muovono le onde gravitazionali irradiate direttamente da un oggetto che scende a spirale in un buco nero. Ma non avevamo ancora una chiara conferma di questo fenomeno nello Spazio…

La prima immagine del buco nero supermassiccio chiamato Sagittarius A*

Una conferma fondamentale per l’astronomia e la fisica quantistica (Pixabay) – www.curiosauro.it

Quest’immagine del buco nero al centro della nostra galassia è stata mostrata al mondo nel corso di una conferenza stampa internazionale e trasmessa anche dalla sede centrale dell’INAF, a Roma. Il punto fotografato si trova a circa ventisettemila anni luce dalla Terra, in direzione della costellazione del Sagittario.

Per acquisire questo documento importantissimo c’è voluto il lavoro di trecento specialisti di cento istituti di ricerca provenienti da venti Paesi del mondo. E secondo gli astrofisici siamo al cospetto di una prova schiacciante: questo buco nero fornisce indizi importantissimi per comprendere il comportamento di questi corpi che si ritiene risiedano al centro della maggior parte delle galassie. Fra i ricercatori italiani coinvolti nella ricerca ci sono scienziati dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, dell’Università Federico II di Napoli e dell’Università di Cagliari.

Insomma, per la prima volta vediamo direttamente com’è fatto il buco nero al centro della Via Lattea. È eccitante! Le previsioni implicate dalla teoria proposta oltre un secolo fa da Albert Einstein sono state confermate (di nuovo) dell’incredibile foto che avete visto all’inizio dell’articolo. E presto potremo vedere anche il video del buco nero Sagittarius A*.

Piccola nota pedante. Ovviamente, Einstein non parlò mai espressamente di buchi neri. Ma la sua teoria è la cornice dentro cui l’ipotesi della possibilità di una singolarità fu proposta. La teoria del buco nero vero e proprio viene da Schwarzschild.

Giuseppe F

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