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La retina artificiale | Possiamo combattere la cecità e l’ipovisione

Ormai siamo vicinissimi allo sviluppo di una nuova generazione di retine artificiali. Si tratta di una conquista medica eccezionale, per poter combattere la prima causa di cecità e di ipovisione nel mondo occidentale. Ricercatori italiani e inglesi stanno attualmente lavorando al trial clinico avanzato per testare l’efficacia di un microchip retinico in grado di ripristinare la visione di alcuni pazienti non vedenti… Presto la retina artificiale diventerà una soluzione a molti problemi di vista.

Impianto retina artificiale: ora si può… (captured) – curiosauro.it

Retina artificiale: nuovi studi

Nei mesi scorsi, proprio in Italia, all’ospedale Gemelli di Roma, c’è stato il primo impianto di retina artificiale su un paziente settantenne. A eseguire l’impianto il direttore dell’Oculistica Stanislao Rizzo. In quel caso si è usata una nuova retina artificiale (NR600) messa a punto in Israele. Altre retine artificiali di cui si sente spesso parlare sono prodotte dalla Germania, come il modello Alpha AMS.

Ogni retina è sviluppata secondo la propria logica, ma di base si tratta sempre di piccolissimi chip, simili a quelli di una macchina fotografica digitale, che vengono impiantati sotto la retina. Esistono dunque retine artificiali in grado di rimpiazzare la funzione dei fotorecettori (coni e bastoncelli) danneggiati e altri che puntano a ripristinare in parte la visione di pazienti legalmente non vedenti per una malattia degenerativa e incurabile della retina: la degenerazione maculare di tipo atrofico in stadio terminale.

PRIMAvera

La retina artificiale (captured) – curiosauro.it

Il nuovo studio si chiama PRIMAvera, e vede l’Italia alla guida del progetto con un consorzio comprendente l’Università di Roma Tor Vergata e il Presidio Britannico presso l’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma. Per la sperimentazione PRIMAvera arruolerà in tutto trentotto pazienti volontari, di cui cinque italiani.

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I risultati preliminari di PRIMAvera sono attesi entro fine 2022. Per la valutazione complessiva dello studio ci vorrà più tempo: dobbiamo aspettare almeno altri tre anni. In Italia, come anticipato, cinque pazienti saranno curati con un impianto sperimentale. Questi interventi dovrebbero partire in estate ed essere conclusi in autunno. Tutto il gruppo di ricerca mira all’approvazione del dispositivo da parte dell’Agenzia Europea del Farmaco, e da lì all’ottenimento del marchio CE. Oltre a questo i ricercatori stanno già lavorando per estendere l’uso di PRIMAvera a tutti i pazienti che soffrono di questa grave disabilità visiva.

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Il gruppo di ricerca crede di aver superato uno dei problemi più invadenti del settore. La retina artificiale, lo sappiamo, una grande speranza per i pazienti affetti da cecità, ma ci sono ancora importanti criticità non risolte… Questi dispositivi, che sono posti all’interno dell’occhio, hanno bisogno di una sorgente di energia: per questo bisogna collegare l’interno dell’occhio e l’esterno affinché il microchip possa funzionare. E questo collegamento, purtroppo, si associa quasi sempre a un elevato rischio di infezione.

Giuseppe F

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