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HIV | La prima donna che l’ha sconfitto grazie alle staminali

La prima donna al mondo ad aver superato l’HIV  grazie ad una terapia d’urto mai usata prima

HIV| La prima donna che l’ha sconfitto grazie alle staminali- curiosauro.it

Si tratterebbe della terza paziente al mondo, dopo due di sesso maschile (Timothy Ray Brown e Adam Castillejo), ad aver debellato l’HIV. Di questa paziente non si conosce l’identità, è nota solo la sua caratteristica – molto importante ai fini terapeutici – di non essere di origine bianca-caucasica. Infatti questa caratteristica abbassa di molto la probabilità di trovare  donatori, che sono, per l’appunto, quasi tutti caucasici. Dopo la diagnosi di HIV del 2013- per la quale era in trattamento antiretrovirale -, la donna statunitense, come se non bastasse, ha scoperto di avere un tumore del sangue…

Dopo l’HIV, nel 2017 la diagnosi di leucemia mieloide e il trapianto di cellule staminali

HIV| La prima donna che l’ha sconfitto grazie alle staminali- curiosauro.it

Nel 2017, pochi anni dopo la diagnosi di HIV, la scoperta di un nuovo e serio problema: una leucemia mieloide acuta che attacca in maniera repentina e aggressiva le cellule del midollo spinale. Per superare questo temuto tumore al sangue è stata valutata una terapia del tutto singolare: il trapianto di cellule staminali. Il team di medici del Maternal Pediatric Adolescent AIDS Clinical Trials Network (IMPAACT) ha attinto da un cordone ombelicale per far sì che il midollo della paziente si ripopolasse di cellule sane. Questa speciale tecnica non impedisce ad una persona di una diversa etnia di donare ad un ricevente non propriamente compatibile. Ovviamente si tratta di una procedura particolare fortemente compromissibile . in questo caso – dall’HIV.

Una trapianto per superare due problemi gravi di salute

HIV| La prima donna che l’ha sconfitto grazie alle staminali- curiosauro.it

L’epilogo è stato inaspettato. Dopo meno di 4 settimane dal trapianto per la leucemia mieloide acuta, la paziente ha interrotto le terapie per l’HIV.

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E dopo quattro mesi dallo stop, nella donna nono sono state trovate tracce di infezione da HIV. Ciò è stato possibile perché il ripopolamento di cellule sane del midollo spinale ha portato la paziente ad avere globuli bianchi sani del donatore.

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La risposta sta nella mutazione presente nel cordone ombelicale del donatore che va sotto il nome di CCR5 delta-32. Quest’ultima blocca l’ingresso dell’infezione da parte dell’HIV.

Guendalina Bonito

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